Castanicoltura Naturale e lotta biologica ai parassiti
Negli ultimi anni abbiamo assistito al dilagare di una parassitosi che ha colpito alberi da frutto come il castagno, l’ulivo mettendo in ginocchio l’economia di quelle zone del nostro paese basate appunto sulla produzione e commercializzazione dei prodotti di eccellenza provenienti dalla coltivazione di questi alberi.
Per il castagno, il parassita “incriminato” è conosciuto con il nome di mosca cinese o cinipide galligeno e la nostra area è stata ampiamente colpita dalla diffusione di tale insetto causando per diversi anni una mancata produzione e quindi un mancato guadagno per i castanicoltori e per tutto coloro che per alcuni mesi all’anno trovavano ”impiego” in tale settore.
Per capire bene l’entità di tale problema, occorre spiegare brevemente il ciclo vitale di tale insetto, in modo da privilegiare l’approccio biologico e naturale al problema, rispetto al ben più dannoso approccio chimico con insetticidi e innesti di varietà geneticamente modificate prodotte in laboratorio.
La caratteristica principale di questa mosca è la sua capacità di riprodursi senza l’accoppiamento con i maschi: le femmine depongono le uova nelle gemme del castagno, dalle uova fuoriescono le larve che si sviluppano nel corso dell’estate, dell’autunno, e dell’inverno successivo.
Dato che le larve si sviluppano nelle gemme, al momento della ripresa vegetativa, durante la primavera, si assiste a un rapido sviluppo delle larve dando vita ad una nuova generazione del parassita. I castagni colpiti dalla vespa nera presentano , in primavera, delle vistose galle, ossia ingrossamenti tondeggianti che hanno forme e dimensioni variabili.
Le galle ostacolano lo sviluppo dei germogli e dei fiori determinando un notevole calo della produzione di castagne e, indirettamente, pure di miele di castagno danneggiando così anche l’apicoltura.
Numerosi interventi di varia natura sono stati intrapresi, per ostacolare e limitare i danni causati dal parassita, vi elenchiamo di seguito quelli che secondo noi sono più validi dal punto di vista di una Silvicoltura Naturale:
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Attivazione di metodi di Lotta Biologica mediante l’introduzione del parassitoide specifico Torymus sinensis Kamijo;
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Lotta Biologica, con fiori anti parassitari, quali Piretro, Tagete e Calendula come già sperimentato correttamente nella realizzazione dell’Orto Sinergico della Piana;
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Sorveglianza dei castagneti nei mesi compresi da metà maggio a metà giugno, al fine di una tempestiva individuazione delle galle.
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Raccolta delle Galle attraverso interventi meccanici di potatura primaverile prima dello sfarfallamento delle femmine (indicativamente entro la metà di giugno) e successiva distruzione delle galle raccolte.
- Lotta Biologica con funghi pesticidi (Micopesticidi), in pratica quando gli insetti mangiano questo fungo diventano come mummificati. Si tratta di una particolare tipologia di fungo in grado di uccidere gli insetti. Negli ultimi anni, la scoperta di specie di funghi entomopatogeniche ha dato una forte spinta alla lotta biologica di questi parassiti e alla produzione di fitofarmaci naturali, cosiddetti micopesticidi. Oggi, in commercio è possibile trovare 28 diversi micopesticidi, prodotti da 7 specie diverse di funghi entomopatogenici, come Beauveria bassiana e Lecanicillium Sp.
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Nel corso di sperimentazioni condotte in varie regioni si è potuta constatare anche la notevole efficacia delle concimazioni organiche primaverili ed autunnali capaci di favorire una buona vegetazione delle piante già fortemente colpite dal cinipide. L’intervento di concimazione organica va però combinato con buone pratiche di gestione del suolo: foglie e i ricci andrebbero rastrellati e cumulati per favorirne la trasformazione in compost da restituire poi sotto la chioma e rinunciando in questo modo al fuoco.
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Costruzione di Biotrappole per insetti volatili da posizionare nelle prossimità degli alberi di Castagno, in modo da ridurre il numero di insetti dannosi nelle immediate vicinanze del vostro castagneto.
A tal proposito consiglio a tutti i castanicultori interessati a dare un’occhiata ai consigli di questo ottimo libro Curare gli Alberi da Frutto senza chimica: Fitosanitari, trappole, macerati e altre soluzioni per coltivare senza veleni: I princìpi dell’Agricoltura Biologica applicati ai frutteti familiari e a quelli professionali.
Come per il castagno, anche per l’olivo abbiamo assistito alla comparsa della mosca chiamata appunto mosca dell’olivo Bactrocera Oleae e Xylella Fastidiosa, la cui puntura sull’oliva determina il danneggiamento olfattivo e qualitativo e quindi la mancata commercializzazione dei frutti.
Gli interventi volti ad arginare tale problema sono stati veramente molteplici e di natura sia chimica che biologica arrivando in alcuni casi a scelte drastiche, come la scorsa estate in Puglia con l’estirpazione di olivi secolari.
In questo Scenario occorre implementare una strategia globale che tenga conto a 360° di tutte le problematiche legate all’abbandono della terra e la risposta può essere fornita da un unico strumento quale “l’innovazione Rurale!”
In altri casi ancora si è passati alla costruzione di vere e proprie trappole per tenere lontani gli insetti: tutte le trappole sono costituite da un sistema di cattura e da un sistema di richiamo: il richiamo può essere rappresentato da una fonte luminosa, dal colore, da esche alimentari o da sostanze che imitano quelle emesse naturalmente dagli insetti (feromoni), mentre la cattura avviene grazie alla colla di cui sono cosparse le trappole, oppure in virtù della forma della trappola che Impedisce l’uscita ai parassiti che vi sono entrati.
Molto è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare!
Le problematiche sulla produzione dei frutti possono influire sulle reali possibilità di una castanicoltura ed olivicoltura produttiva: ulteriori annate negative potrebbero portare inevitabilmente ad un completo abbandono della coltura, per l’evidente impossibilità di ricevere un reddito soddisfacente o quanto meno sufficiente a ripagare le spese.
La passione che anima i produttori non è comunque infinita e soprattutto rischia di non trasmettersi alle nuove generazioni in assenza di un ritorno economico sicuro.
Sappiamo che la diffusione del cinipide ha come effetto immediato la riduzione della massa fogliare: si hanno quindi meno foglie restituite al suolo e, di conseguenza, un analogo calo della sostanza organica presente.
È opportuno, pertanto, adottare alcune pratiche gestionali per evitare questo rischio: le foglie e i ricci andrebbero rastrellati e cumulati per favorirne la trasformazione in compost da restituire poi sotto la chioma.
A tal fine si può anche lasciare il materiale sul letto di caduta per poi raccoglierlo con quello derivato dagli sfalci estivi. Va ricordato, però, che è necessario anche raccogliere immediatamente i frutti bacati o marci per ridurre i funghi e le popolazioni degli insetti parassiti.
Una maggiore quantità di sostanza organica nel suolo dovrebbe favorire anche una maggior ritenzione di umidità, riducendo gli effetti delle ricorrenti siccità.
Non occorre intervenire con concimazioni all’interno del castagneto e, soprattutto, vanno assolutamente evitati i concimi chimici che avrebbero e#etti deleteri sulla microflora del suolo.
La concimazione con concimi organici è da limitare alle piante in evidente so#erenza di cui si voglia ripristinare la vitalità.
Riportando l’attenzione sul castagno e quindi sulla nostra aerea, gli ultimi anni molte persone e non solo giovanissimi hanno abbandonato la nostra terra facendo registrare un calo demografico impressionante superiore addirittura a quello dell’inizio del secolo scorso.
Una serie di fattori hanno purtroppo determinato questo triste dato ed è per questo motivo che occorre porvi rimedio perché nessuno è obbligato a lasciare la propria terra se non per propria volontà e non perché vi è costretto dalle circostanze.
Ci sta una terra di nessuno da qualche parte del cuore, come un miraggio incastrato tra la noia e il dolore… ci sta una terra di nessuno, e ci si deve passare…
De Gregori, “Pane e castagne”
In questo Scenario occorre implementare una strategia globale che tenga conto a 360° di tutte le problematiche legate all’abbandono della terra e la risposta può essere fornita da un unico strumento quale “l’innovazione Rurale!”
Per Innovazione Sociale Rurale si intendono tutte quelle idee innovative applicate all’unico scopo dello sviluppo duraturo sull’intera comunità (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni di Comunità Sociali in ambito Rurale (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni tra i membri della Comunità stessa.
In altre parole, Innovazioni che sono buone per la Comunità e il Benessere di tutti accrescendo le possibilità di azione per la Comunità stessa.”
Dunque la creazione di una Rete Locale molto efficace tra tecnici, amministratori, castanicoltori, olivicoltori e ricercatori è la soluzione per poter avviare anche in futuro sperimentazioni e ricerche, capaci di risolvere i tantissimi problemi ancora aperti sia nell’ecologia dei parassiti degli alberi da frutto sia negli aspetti gestionali.
Questo approccio sembra essere anche l’unico per superare la costante carenza di finanziamenti, attivando sinergie positive tra le risorse umane ed economiche presenti sul territorio.
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