Esperimenti di Agricoltura Sinergica nella Piana del Dragone
Con l’avvento della società industriale, l’uomo ha iniziato a correre troppo velocemente rispetto ai propri bioritmi e a quelli del mondo in cui vive. I modelli produttivi intensivi applicati all’agricoltura sono stati i primi ad imporre tempi e modalità veloci.
Oggi tutti cominciamo a riconoscere i limiti di questa “corsa”, cercando di rallentarne i ritmi applicando proprio al mondo agricolo metodi alternativi di produzione sostenibile. Noi de “La Bocca del Dragone” durante le nostre ricerche, abbiamo individuato diversi nuovi modelli di sviluppo agricolo innovativo, da studiare e sperimentare, possibilmente insieme ai giovani della nostra comunità.
Già durante la primavera del 2015 ho iniziato con lo studio e sperimentazione di uno dei modelli che mi è sembrato a primo impatto quello più interessante e vicino ai nostri valori, l’Agricoltura Sinergica e come potrete osservare dalle immagini sono riuscito ad ottenerne frutti più sani rispetto alle tradizionali tecniche di coltura.
Alle sue origini, parlando di Agricoltura Sinergica si indicava la crescita delle piante che la natura, da sola, ha regolato da secoli. Con il passare del tempo, il termine è andato trasformandosi; oggi ha un significato ancora più ampio, quello di Ecologia Applicata all’Agricoltura, molto vicino ad un altro innovativo modello di agricoltura moderna, la cosiddetta Agro-Ecologia.
I principi base dell’Agricoltura Sinergica sono il vivere senza distruggere ed ottenere una produzione migliore col minimo consumo.
Si può definire l’Agricoltura Sinergica come:
L’Agricoltura del Fare il Necessario; si tratta di un metodo per coltivare la terra rispettoso della natura e allo stesso tempo capace di garantire raccolti ricchi e genuini.
L’agricoltura sinergica incoraggia una produzione agricola che utilizzi l’auto-fertilità del suolo e i suoi principi possono essere applicati a spazi piccoli o grandi, in campagna o in città, in un clima freddo oppure caldo.
L’Agricoltura Sinergica è molto più di un semplice metodo di coltivazione biologico naturale, ha come sua cultura di base la realizzazione un sistema di progettazione per insediamenti umani ecosostenibili, fondati sulla centralità dell’agricoltura e su un’attenzione particolare al territorio. Si può definire anche come ecologia applicata, i cui principi di riferimento sono estrapolati dall’osservazione dei comportamenti della natura”
Il primo passo dunque che il modello di Agricoltura Sinergica richiede è l’osservazione dell’ambiente che ci circonda:
- come fanno i cicli naturali a ripetersi instancabilmente nel tempo?
- In che modo la fertilità di un bosco o di un pascolo naturale si rinnova automaticamente senza bisogno della distribuzione di concimi, lavorazioni e altri interventi colturali?
- Come dialogano uccelli, insetti, vermi,acari, funghi e batteri?
La risposta è tutta contenuta nell’Agricoltura Sinergica; non sì fa altro che valorizzare le qualità intrinseche di piante e animali, unite alla caratteristiche dell’ambiente ed alle peculiarità delle infrastrutture al fine di “sostenere” la vita, utilizzando poca superficie e alterando il meno possibile l’ecosistema.
Adesso che conosciamo i principi su cui si poggia questo modello colturale, passiamo agli esperimenti che abbiamo condotto nella Piana del Dragone nel 2015.
L’ Orto Sinergico e la Spirale Aromatica della Piana
Prima di raccontarvi le esperienze e motivazioni che mi hanno spinto verso questa avventura volevo spiegarvi che il nostro Orto Sinergico è stato realizzato coltivando specie vegetali in sinergia tra di loro mettendo in pratica una lotta biologica con fiori antagonisti dei rispettivi parassiti per non utilizzare alcun disserbante o fertilizzante, ma solo metodi naturali anche per allontanare animali dannosi come le talpe e nemmeno alcun lavoro per eliminare erbe infestanti o lavorazioni tipo la sarchiatura; in alternativa abbiamo sfruttato le energie bionaturali sprigionate dalle due Spirali Sinergiche.
Per iniziare ad introdurvi di questa avventura, volevo parlarvi delle motivazioni che mi hanno spinto alla sua realizzazione. Prima di tornare nella mia terra di origine sentivo da tempo dentro di me il bisogno di una connessione col passato, un ponte che collegasse la comunità del passato con quella che si era evoluta nel tempo.
Alla base di questo nuovo approccio all’Agricoltura c’è uno sviluppo sostenibile che provveda alle necessità umane, e rimanga entro limiti ecologici, richiede una rivoluzione culturale più grande di uno qualsiasi dei cambiamenti del secolo scorso.
Pensando che questo fosse l’unico modo affinché le nuove generazioni non disperdessero i valori e tradizioni e la memoria di epoche passate, questo avrebbe permesso alla mia generazione che è vissuta a cavallo tra il passato e l’epoca moderna di fare da tramite tra i nonni e i figli così totalmente distanti l’uno dall’altro per poter prendere il meglio da entrambi e trarne opportunità per il futuro.
Quindi decisi che per affrontare adeguatamente l’inevitabile cambiamento che ha contraddistinto gli ultimi anni, bisognava ripartire delle radici, le stesse che anche se la vita ti conduce lontano ti permettono di affrontare con disinvoltura le sfide che la vita ti pone.
Tornai, così, con la mia famiglia a Volturara Irpina, la nostra terra d’origine per ripartire da zero, per realizzare ciò che nella mia mente era già chiaro, ogni passo era studiato dovevo solo riuscire a calarlo in quella realtà.
Fin da subito ho cercato di battermi come il ferro con l’incudine per riuscire a mettere le basi per le mie idee di sostenibilità ed innovazione rurale, condividendole con i giovani della comunità, ma si sà, che nessuno è profeta in patria e non avevo fatto i conti con i cambiamenti che oramai erano sedimentati nel paesaggio e nella comunità, avevo messo in pratica ciò che da tempo gridava dentro di me, ma in fondo cosa avevo fatto di speciale? Avevo speso il mio tempo a parlare di argomenti lontani e poco conosciuti e sentiti da questi giovani cresciuti a digiuno di questi argomenti.
E fu in quel momento che capii cosa fare e cominciai a studiare nuovi modelli di sviluppo e man mano ho acquisito sempre nuove esperienze che mi hanno insegnato a trovare soluzioni sostenibili ed economiche. Mi sono posto la domanda, in effetti, anche se ero nato in un così unico borgo rurale ed avevo a cuore le tradizioni e memorie del passato di cui sentivo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni, cosa ne potevo sapere veramente io della terra e del duro lavoro dei campi, avendo speso anni seduto dietro ad una scrivania?
Da dove e come potevo iniziare per dar vita al miracolo del mio piccolo Orto Sinergico? Quali ortaggi e verdure avrei coltivato?
L’unica cosa che sapevo, era che ne sapevo veramente poco!
Ricordo che non con poche resistenze convinsi i genitori di mia moglie, coltivatori, a concedermi l’uso di un piccolo lembo di terra per fare degli esperimenti agricoli; quello scontro era normale, me lo aspettavo in quanto far passare certe idee in un luogo in cui la ruralità tradizionale era restia all’innovazione non era sicuramente facile , pertanto fù un’impresa far capire che i metodi antichi valevano ancora ma avevano bisogno di adeguarsi ad una nuova ruralità per continuare a funzionare nel futuro.
Mi dicevano che ne sai tu di coltivare la terra? che raccolto pensi di fare in così poca terra? ma alla fine grazie alla mia innata pazienza e caparbietà, riuscii a farmi prestare quel terreno. Inizio così l’avventura dell’ “Orto Sinergico della Piana” e successivamente mi accorsi per mia personale soddisfazioni, come potete vedere dall’immagine, che anche Google aveva immortalato i miei circa 20 mq di orto sinergico risultato di un mio piccolo sogno.
Nel realizzarlo ho sempre seguito il mio istinto anticipando e cavalcando il cambiamento, dapprima ho studiato questo nuovo modello di agricoltura, capendo che era quello più vicino ai miei valori legati al rispetto della natura e al desiderio di ricostituire lo spirito di comunità che un tempo abitava questa valle.
I principi che hanno ispirato l’orto sinergico sono i seguenti: un metodo di coltivazione che prevede il rispetto della struttura fisica e biologica del terreno e si basa sulla “non lavorazione” della terra.
A differenza dell’aratura che dissesta il terreno, l’orto sinergico prevede senza entrare troppo nel dettaglio tecnico la costruzione di bancali di terra autonomi alti diverse decine di centimetri dal piano del terreno realizzati direttamente sull’erba del prato senza lavorarla preventivamente, con dei solchi di passaggio che permettono di non calpestare i bancali dove sono coltivate le piante.
In una fase sucessiva sui bancali viene effettuata la pacciamatura che permette di proteggerne il terreno, ciò simula abbastanza fedelmente quello che avviene in natura permettendo di trattenere l’acqua nel terreno, far proliferare meno le erbe infestati e favorire quegli organismi utili a proteggere le piante dal gelo e dalle intemperie.
Al momento del germogliamento, la pacciamatura viene aperta per lasciar respirare la pianta. Nel frattempo la paglia si decompone e va ad arricchire il terreno, mentre in superficie si aggiungono altri strati che a loro volta compensano quelli che vanno a fare da fertilizzante naturale.
Infine, rispetto alle usuali coltivazioni agricole industriali, in un agricoltura sinergica le piante perenni convivono con quelle stagionali e la stessa verdura è presente contemporaneamente a diversi stadi.
Se il cielo ci manda la pioggia, perché invadere gli orti con acqua a flutti che inondano la terra? L’Agricoltura Sinergica non fa altro che imitare ciò che il ciclo dell’acqua fa da sempre. Per farli a volte basta distribuire all’interno, o ai lati, della pacciamatura un tubo di gomma forata dalla quale far fuoriuscire gocce d’acqua prese da un canale vicino, dal pozzo, o da una fossa di acqua piovana.
Questo Modello di Agricoltura Innovativa, non dimentica il passato anzì nè riprende la memoria, infatti, era una pratica che i nostri antenati praticavano abitualmente dovendo far fruttare in poco spazio, coltivando Granturco, Fagioli e Zucche insieme, perchè essendo colture sinergiche si aiutavano a vicenda come ancora tuttoggi fanno i coltivatori della Piana del Dragone.
Trattori e meccanizzazione dell’agricoltura hanno imposto i pieni ed i vuoti dei campi a sfavore di forme promiscue. L’Agricoltura Sinergica rivaluta la coesistenza di diversità: piante ed animali, insetti producono naturalmente interazioni e sinergie che da sole consentono di ridurre la dipendenza da strumenti tecnologici ed energie non rinnovabili.
Questi sono solo alcuni esempi pratici di applicazione dell’Agricoltura Sinergica, ma ovviamente ce ne sono svariati. L’Agricoltura Sinergica, infatti, parte all’inizio da un livello locale personale fino ad arrivare ad un livello collettivo globale fermo restando i principi etici su cui si fonda, centrati essenzialmente sul tema fondamentale della gestione della terra e della natura.
Ho cominciato ad appassionarmi e studiare gli aspetti dell’Agricoltura Sinergica sin da quando vivevo a Roma nel 2010, oltre quarant’anni dopo la sua ideazione.
Quando sono tornato in Irpinia ad inizio del 2015 ho effettuto delle ricerche e con mio stupore ho notato che anche nella nostra Irpinia non mancano esempi di questa tipologia di coltivazione che io amo definire inconsapevole.
Solo per fare un esempio tra i tanti, Terra e Libertà a Montella e tante altre piccole realtà ( aziende agricole di piccole dimensioni ) che forse non sanno cosa è l’agricoltura sinergica, ma applicano istintivamente e naturalmente i concetti del tempo e delle stagioni, svolgendo il proprio lavoro con amore per la propria terra, rispettandola, senza bisogno di concimi chimici e diserbanti, ma lasciando al tempo la crescita delle piante e l’alimentazione degli animali.
In conclusione, alla base di questo nuovo approccio all’Agricoltura c’è uno sviluppo sostenibile che provveda alle necessità umane, e rimanga entro limiti ecologici; ciò richiede una rivoluzione culturale più grande di uno qualsiasi dei cambiamenti del secolo scorso.
La progettazione in Agricoltura Sinergica è solo uno degli aspetti, infatti, abbiamo individuato diversi modelli innovativi di Agricoltura Sostenibile, da sperimentare e diffondere per uno sviluppo moderno del territorio in cui viviamo.
I principi di progettazione sinergica non potranno mai sostituire una significativa esperienza pratica e conoscenza tecnica, ma possono fornirvi una cornice per l’adozione di soluzioni specifiche per cercare di andare oltre i successi limitati dello sviluppo sostenibile verso la riunificazione di cultura, tradizioni, memorie e natura.
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