Abbazia del Goleto
L’abbazia del Goleto è un complesso religioso la cui costruzione risale al XII secolo e fu fondato da san Guglielmo da Vercelli.
Situato fuori dal circuito urbano di Sant’Angelo dei Lombardi, si erge su di un colle che domina il bellissimo panorama della Valle dell’Ofanto.
Per raggiungere l’Abbazia del Goleto da Avellino occorre seguire la SS “Ofantina”, in direzione di Montella e Lioni; dopo circa 4 km, imboccare l’uscita “Area Industriale” e seguire le indicazioni per Sant’ Angelo dei Lombardi, fino a trovare l’indicazione “Goleto”.
La primitiva struttura dell’Abbazia del Goleto comprendeva la Chiesa (posta al centro e con la facciata volta ad occidente), il monastero grande a fianco dell’abside (riservato alle monache) e quello più piccolo, davanti alla facciata (riservato ai monaci).
La presenza delle monache, nell’Abbazia del Goleto, copre un periodo compreso tra il 1135 ed il 1515 .
Sotto la guida di celebri Abbadesse (Febronia, Marina I e II, Agnese e Scolastica) la comunità monastica femminile crebbe, divenendo famosa per la santità delle monache; il monastero si arricchì, inoltre, di terreni e di varie opere d’Arte e monumenti significativi:
la Torre Febronia, un vero capolavoro di arte romanica costruita con numerosi blocchi lapidei provenienti da un mausoleo romano, e la Cappella di San Luca, edificata nel 1255 per accogliere un’insigne reliquia del santo evangelista.
È il gioiello dell’abbazia.
Si raggiunge da una scala esterna il cui parapetto termina con un corrimano a forma di serpente con un pomo in bocca.
La lenta, ma inesorabile decadenza dell’Abbazia ebbe inizio nel 1348 – anno funestato dalla peste nera.
Nel gennaio del 1506, Papa Giulio II ne decretò la soppressione che, di fatto, coincise con la morte dell’ultima Abbadessa – avvenuta nel 1515.
Con la fine della comunità monastica femminile, il monastero goletano fu unito al monastero di Montevergine.
Papa Sisto V diede un impulso determinante alla ripresa del monastero goletano, che ebbe i suoi anni migliori nel periodo compreso tra la metà del Seicento e la metà del Settecento: un periodo davvero felice, che culminò con il restauro completo del monastero e l’edificazione della Chiesa grande.
I monaci abitarono l’Abbazia del Goleto fino al 1807, anno in cui il Monastero venne soppresso su decisione di Giuseppe Bonaparte, sovrano di Napoli.
A seguito di tale decisione, il corpo di San Guglielmo fu traslato a Montevergine, e le suppellettili del Goleto furono divise tra i paesi vicini.
Dal 1807 al 1973 il Monastero restò abbandonato finchè nello stesso anno Padre Lucio Maria De Martino un monaco benedettino proveniente da Montevergine, riportò con tenacia l’attenzione sull’esigenza del recupero materiale e spirituale del Goleto.
Con lui ebbero inizio i primi lavori di restauro che pian piano permisero il recupero funzionale del complesso monastico, restituendolo a nuova vita e allo splendore che oggi tutti possono ammirare.
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